Questo Sito non ha fini di lucro, né periodicità di revisione. Le immagini, eventualmente tratte dal Web, sono di proprietà dei rispettivi Autori, quando indicato.  Proprietà letteraria riservata. Questo Sito non rappresenta una Testata Giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Pertanto non può essere considerato, in alcun modo, un Prodotto Editoriale ai sensi e per gli effetti della Legge n.62 del 7 Marzo 2001.
 
 
Scarica il PDF della situazione
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Interni
Esteri
Cultura
Parolatio
 
Soldato politico
 
Soldato politico 
di Ninni Raimondi
 
 
Il termine “Soldato Politico” ha rappresentato un modello, un esempio e una caratterizzazione tipica di un’Area che si è sempre differenziata dalle tante fazioni politiche e politicanti espresse dal Sistema borghese.  
I migliori attivisti della destra radicale hanno ben meritato questa definizione, soprattutto nei periodi più difficili: nelle persecuzioni, nel sacrificio quotidiano spesso silenzioso e misconosciuto, nelle battaglie più rischiose contro un comunismo che sembrava sul punto di conquistare il mondo, contro un Sistema capitalista che sembrava intramontabile e poi contro l’invasione di massa dell’Europa. 
Se il fascismo dopo il 1945 è sopravvissuto è perché poteva contare non solo su un ambiente di simpatizzanti, ma ancor più su una schiera di veri soldati politici.  
Se il M.S.I. è riuscito a tenere in periodi di persecuzione fisica e politica, è perché al suo interno aveva anche dei soldati politici.  
Se, al di là di differenze e errori di percorso, movimenti come Ordine Nuovo, Ordine Nero, Avanguardia Nazionale, Terza Posizione, Base Autonoma sono divenuti pietre miliari sulla strada della rivoluzione nazionale, è perché puntavano a forgiare non semplici attivisti, ma veri soldati politici.  
Forza Nuova, da oltre 20 anni, continua questa gloriosa tradizione. 
Certamente, oggi una tale figura appare ai più come anacronistica, se non totalmente incomprensibile.  
Vediamo quindi di spiegare almeno alcune caratteristiche del vero Soldato Politico – fermo restando che solo chi lo è pienamente potrà pienamente capirlo – e di prevenire le eventuali obiezioni. 
Il Soldato Politico non è maggioranza, non lo è mai stato e non lo sarà mai.  
Si può anzi dire che è esigua minoranza per logica di cose, quasi per definizione, dal momento che privilegia la qualità rispetto alla quantità e la perseveranza nel tempo di contro alle fiammate occasionali e limitate.  
Questo non vuol dire rinunciare al reclutamento e non dare importanza al numero, anzi un vero movimento rivoluzionario dedicherà buona parte della sua propaganda e della sua formazione proprio a questo e cercherà di trovare e forgiare quanti più soldati politici sarà possibile – ma a condizione che lo siano realmente. 
 
Il termine “Soldato” implica valori, atteggiamenti, comportamenti superiori a quelli della massa: coraggio di fronte al pericolo, disciplina e obbedienza agli ordini (anche quando scomodi, poco comprensibili o sgraditi) devozione verso i superiori, spirito di sacrificio, cameratismo, capacità di coordinarsi con altri combattenti, perseveranza nella battaglia anche quando dovesse apparire perduta.  
Essere soldato equivale a essere, potenzialmente, un eroe.  
Ci possono essere soldati che trascorrono la vita senza vedere una guerra, ma questo non toglie che il vero soldato si tiene sempre pronto al combattimento, perché sa che la necessità di combattere potrebbe presentarsi in qualsiasi momento e la stessa attesa è già per lui un combattimento.  
Il soldato, essendo un combattente degno di questo nome, disprezza la rassegnazione, la diserzione, il rinchiudersi nella “torre d’avorio”. 
Il termine “Politico” implica invece ortodossia dottrinaria, consapevolezza piena degli ideali ai quali dedicare la propria esistenza, capacità di analisi delle situazioni, conoscenza profonda del nemico ma anche della propria realtà sociale e della propria epoca per potersi orientare evitando di farsi contaminare da mode e pregiudizi dei nostri giorni.  
“Politica”, nel senso originario e più alto, significa dedizione totale alla propria “città”, vale a dire alla Comunità etnica e culturale di appartenenza – e dedizione significa porre gli interessi spirituali, morali e materiali della Comunità di popolo prima dei propri.  
In termini religiosi, Politica significa perfezione della Carità verso il prossimo – e il primo prossimo sono i nostri – e in termini storici e sociali significa porsi come anelli nell’interminabile catena della nostra stirpe.  
Quanto la definizione propria del termine “politica” sia in contrasto con quella oggi prevalente è talmente evidente da rendere superflue altre puntualizzazioni. 
 
Nel “Soldato Politico” i due termini sono però indissolubilmente legati, perfettamente fusi insieme.  
Al tempo delle crociate gli Ordini monastici guerrieri rappresentarono una vera rivoluzione perché, come diceva San Bernardo, al mondo esistevano tanti monaci che si dedicavano alla contemplazione e all’ascesi spirituale così come esistevano tanti guerrieri che combattevano in guerra, ma solo questi Ordini riuscivano a fondere insieme le due figure dell’asceta e dell’eroe, dando vita a una figura nuova e superiore.  
Il Soldato Politico deve oggi rinnovare quell’antica rivoluzione. 
Allo stesso modo, anche oggi esistono gli eserciti e nei loro ranghi non mancano certo i buoni soldati.  
Tuttavia, il loro coraggio, la loro disciplina, vengono abilmente sfruttati da politicanti senza scrupoli che impegnano i militari anche in guerre senza giustificazioni e, quello che è peggio, spesso dalla parte sbagliata.  
Virtù ammirabili e uomini d’Onore che loro malgrado vengono manipolati dai poteri forti internazionali per i propri deprecabili fini!  
Similmente, escludendo in partenza la massa dei politicanti del Sistema, esistono ancora politici – non necessariamente di professione, ma anche semplici appassionati di politica, idealisti disinteressati e con idee positive.  
Anche questi, tuttavia, si limitano ad agire nell’ambito del Sistema attuale, arrivando al massimo a correggerne qualche eccesso, oppure si dedicano a una presenza puramente culturale disperando di poter realizzare ciò in cui personalmente credono.  
In tutti questi casi vediamo persone più che rispettabili, con idee e iniziative anche condivisibili, ma che non sono in grado di inceppare i meccanismi del Sistema e si rivelano capaci di borbottare, al massimo di protestare, ma non di contrattaccare.  
Nella lotta politica possono divenire al massimo dei buoni dissidenti ma non divengono mai dei veri combattenti.  
E la differenza non è da poco. 
 
Una possibile obiezione è quella della difficoltà della coerenza.  
La storia insegna che raramente, anzi quasi mai, gli uomini riescono a essere pienamente coerenti con le dottrine che professano.  
Questo lo si potrà dire anche dei Soldati Politici – quelli del passato, del presente e del futuro – ma non toglie nulla ai principi qui evidenziati.  
Nel Cristianesimo tutti sono chiamati alla santità, ma pochissimi la raggiungono, così come in un esercito in guerra tutti sono chiamati a essere coraggiosi, anche se pochi saranno i decorati al valore.  
Il fatto numerico non toglie nulla al concetto di santità, e neppure a quello di eroismo.  
Anzi, proprio il numero ristretto ne sottolinea la superiore dignità, la sublime altezza alla quale tutti sono tenuti e tendere nonostante i propri limiti e difetti.  
Anche oggi, “Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti”. 
Licenza Creative Commons  3 Ottobre 2018
2013
2014
2015
2016
2017
2018